Tutti i requisiti richiesti per l’intervento
A differenza del trattamento implantoprotesico convenzionale, in cui in seguito all’inserimento dell’impianto nell’osso bisogna attendere un periodo di tempo che varia tra i 4 ai 6 mesi per l’inserimento di una protesi provvisoria, la moderna terapia del carico immediato permette il posizionamento immediato di una protesi fissa entro 24-48 ore dall’intervento. Questa tecnica, denominata implantologia a carico immediato, consente il ripristino immediato di uno o più denti con grande comodità per il paziente che può continuare a condurre la sua normale vita immediatamente dopo l’intervento, con ridottissimo disagio per la mancanza del dente naturale.
Tutti possono subire un intervento di questo tipo? Scopriamo insieme le caratteristiche fondamentali per subire questo intervento.
Requisiti richiesti
Tutti i pazienti affetti da perdita od assenza di denti sia totale che parziale, scientificamente detta edentulia, ed i pazienti che necessitano di avulsioni dentarie per diversi motivi riscoprono nell’implantologia a carico immediato la miglior soluzione al problema. Naturalmente prima di decidere se un paziente possa essere sottoposto o meno a questo tipo di trattamento implantare è necessario effettuare alcuni esami accurati per escludere la presenza di controindicazioni al trattamento.
I requisiti essenziali per subire un intervento di implantologia a carico immediato sono una discreta qualità ossea, un’adeguata quantità di osso in cui inserire gli impianti e dare loro stabilità e la presenza di apprezzabile quantità di gengiva aderente. Nel caso in cui la base ossea risulta insufficiente, mentre in passato è stato uno dei più grossi problemi dell’implantologia, ad oggi sono possibili molte alternative.
In molti casi la mancanza di osso riguarda l’arcata mascellare superiore, a causa della presenza delle cavità pneumiche, le quali riducono ulteriormente spazio al tessuto osseo e può succedere che l’osso residuo non sia in grado di ricevere gli impianti in numero adeguato e con la lunghezza necessaria. Grazie ai passi avanti fatti nel mondo dell’implantologia, la mancanza di osso non preclude la possibilità di installare impianti dentali. In alternativa all’implantologia a carico immediato sono da valutare soluzioni di implantologia zigomatica con l’inserimento di un impianto speciale lungo nell’osso dello zigomo, l’innesto di osso per sopperire alla mancanza permettendo l’aumento della quantità ossea della mascella o della mandibola oppure trovare la soluzione negli impianti corti con quantità di tessuto sufficiente già a soli 5-6 mm.
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Controindicazioni
Prima di decidere se un paziente possa essere sottoposto o meno ad un trattamento implantare, anche se in possesso dei requisiti minimi, è necessario effettuare degli esami accurati per escludere l’insorgenza di controindicazioni dovuti al trattamento. Esistono determinate patologie a causa delle quali sia l’implantoprotesi convenzionale che l’implantologia a carico immediato sono controindicate e possono essere suddivise in controindicazioni assolute e relative.
Tra le prime sono presenti:
1) Malattie neurologiche gravi (ictus, morbo di Parkinson, morbo di Alzheimer;
2) Immunodeficienze;
3) Cirrosi epatica;
4) Malattie neurologiche gravi (ictus, morbo di Parkinson, Alzheimer, ecc);
5) Uso di sostanze stupefacenti
6) Neoplasie in atto e pazienti in chemioterapia o sottoposti a terapia radiante nei tre mesi prima dell’intervento di Implantologia dentale;
7) Insufficienza renale.
Le contrindicazioni relative, per le quali bisogna valutare bene pro e contro, sono:
1) Diabete grave, controllato con difficoltà anche con l’uso di farmaci;
2) Disturbi della coagulazione;
3) Malattie cardiache, soprattutto se con episodi di endocardite o di valvulopatie;
4) Malattie autoimmunitarie;
5) Patologie delle mucose orali (lichen planus, pemfigo, eritema multiforme, stomatite erpetica).
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