Quando serve la devitalizzazione?
Tra le tante tecniche per sopperire alla formazione di carie c’è la devitalizzazione. Cos’è? Quando si attua? Chi può farla?
Diamo insieme una risposta a queste domande!
Polpa infiammmata
I denti hanno un tessuto molle sotto lo smalto e dentina ed è detto polpa dentale. Esso contiene i vasi sanguigni, i nervi, il tessuto connettivo e e speciali cellule addette alla produzione di dentina. La polpa è il cuore del dente, la sua parte vitale. La polpa dentale è un tessuto indispensabile per garantire l’adeguato apporto di sangue, ossigeno e nutrienti al dente. E’ racchiusa nella cavità interna alla corona, detta camera pulpare, e nei canali radicolari situati nella o nelle radici del dente. Come ogni tessuto del corpo umano, anche il tessuto pulpare dei denti, quando si infiamma, vorrebbe gonfiarsi, solo che non può farlo perché il dente lo comprime. Questo determina uno schiacciamento delle terminazioni nervose e i vasi sanguigni. Questa infezione causa molto dolore con un insopportabile mal di denti.
L’infiammazione e la successiva infezione della polpa possono avere diverse cause. Tra queste troviamo interventi dentistici ripetuti e la presenza di dente scheggiato o rotto. Solitamente, però, la causa principale è una carie profonda. Se la carie arriva al 3° stadio e non ci si reca da un dentista per curarla, infatti, essa prosegue intaccando la polpa dentale. Arrivati a questo punto l’unica situazione plausibile per risolvere il problema è la devitalizzazione.
Cos’è la devitalizzazione?
La devitalizzazione è considerata è una sorta di ultimo tentativo prima di procedere all’estrazione del dente. Permette di allontanare in misura significativa il rischio di estrazione grazie alle moderne tecniche. È un’operazione chirurgica eseguibile da dentisti abilitati e data la complessità, generalmente è eseguita da endodontista. Consiste nell’asportare la polpa dentale colpita da pulpite, che ha come sintomi un’ipersensibilità a stimolazione esterna, una sensibilità del dente nella parte bassa e in quella laterale a leggeri e ripetuti battiti di un attrezzo di metallo, oppure la sensibilità sui denti riscontrata al contatto con del cotone imbevuto di ipoclorito.
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Fasi della devitalizzazione
Il processo di devitalizzazione dei denti sarebbe troppo complicato e tecnico da spiegare nei minimi dettagli, ma è possibile individuare 6 fasi fondamentali di questo trattamento.
1) Anestesia locale.
Viene eseguita in anestesia locale in modo da isolare nervi ed evitare che il paziente senta dolore. Nonostante il terrore dimostrato da diverse persone, ricordate che la procedura è completamente indolore.
2) Posizionamento della diga e foratura della corona.
Un piccolo fazzoletto di lattice viene applicato e fissato sul dente. Ha il compito di proteggere gli altri denti da eventuali frammenti infetti che potrebbero generarsi durante l’intervento. Poi si crea un foro sulla corona dentale per arrivare alla polpa danneggiata o infetta. Ciò avviene grazie all’uso di una lima canalare.
3) Rimozione e Disinfezione.
La polpa dentale ed eventuali residui di natura batterica nel canale radicolare vengono del tutto rimossi. Poi viene disinfettato tutto il canale radicolare attraverso una fase di lavaggio specifico per la rimozione dei metalli e minerali che ostruiscono i canali secondari e i tubuli. La disinfezione avviene attraverso iniezioni di un potente battericida oppure tramite gli ultrasuoni intraradicolari e/o il nichel-titanio.
4) Riempimento.
Una volta disinfettato il canale radicolare viene riempito utilizzando del materiale sterile detto guttaperca calda oppure il BioCalex. Quest’ultimo è una resina naturale termoplastica, poco comune negli Stati Uniti, ed è una soluzione di ossido di calcio che si trasforma in idrossido di calcio. Quando si solidifica, si espande in modo da assicurare una maggiore chiusura che arriva a sigillare fino ai tubuli interni della dentina. Diversamente la guttaperca non aumenta in volume e si applica ai tre o quattro canali che irrorano il dente di sangue.
5) Sigillo del dente.
In una fase finale il dente viene sigillato. La sigillatura può avvenire tramite
- un’otturazione in materiale composito;
- una ricostruzione con l’aggiunta di porcellana;
- l’inserimento di una capsula. Questa viene applicata per garantire una maggiore resistenza alla pressione e una maggiore durata della devitalizzazione.
Se la quantità residua del dente residuo dal trattamento non è sufficiente a garantire la solidità dell’otturazione, viene prima inserito un perno e poi verrà fissata una capsula. Tra le capsule usate ci sono quelle in zirconio-ceramica o quelle in metallo-ceramica .
L’importanza del dentista
Mentre in passato un dente devitalizzato era ben riconoscibile, oggi grazie ai materiali utilizzati è molto difficile distinguerlo dagli altri. Oggi, nella maggior parte dei pazienti, la devitalizzazione presenta un’elevatissima percentuale di riuscita, e il rischio di complicanze è estremamente basso. Inoltre, a differenza di qualche tempo fa, il perfezionamento delle tecniche chirurgiche garantisce un intervento non doloroso.
La devitalizzazione è un trattamento indicato per tutti i tipi di denti, compresi quelli incapsulati. Evitarla, però, sarebbe ottimo per la salute dei vostri denti. La devitalizzazione è pur sempre un intervento. Per evitarlo può aiutare una corretta igiene orale quotidiana e una visita di controllo dentistico ogni 6-8 mesi.
Per tutte le informazioni necessarie ad approfondire l’argomento, vi invitiamo a raggiungerci presso il nostro studio in via Campo, 16 a Giffoni valle Piana (SA) oppure a chiamarci ai numeri 089.86.84.53 oppure 328.15.84