Perché i denti cambiano il loro colore naturale?
Quando i denti iniziano a modificare la loro cromia naturale e dal bianco perlato tendono al beige o al giallo vuol dire che qualcosa nella vostra salute o nella vostra cura dentale non va come deve. Scopriamo insieme quali sono le cause della discromia che interessa i vostri denti!
Il colore naturale dei denti
A differenza di quello che si pensa generalmente, il colore del dente di ognuno non è mai del tutto bianco, ma presenta delle leggere sfumature che variano a seconda della razza e, anche, del colore dei capelli e che aumentano d’intensità dal bordo libero al colletto gengivale di ogni singolo dente. Basti pensare che, in perfette condizioni di salute dentale, i popoli mediterranei presentano una dentatura color bianco tendente al giallo, mentre i popoli nordici esibiscono un colore bianco tendente al grigio. I denti decidui, ovvero quelli che cadono in un’età compresa tra i 6 e i 12 anni per venir poi sostituiti dai denti permanenti, sono gli unici che presentano un colorito del tutto bianco. Con l’avanzare dell’età i denti tendono a consumarsi e il loro colore a diventare più scuro perdendo trasparenza.
In condizioni normali lo smalto ha una certa dose di trasparenza, in modo da mostrare il colore della dentina sottostante, ed una certa dose di; perciò, in genere, lo smalto a seconda degli individui oscilla tra il trasparente e il bianco. La dentina, invece, si presenta gialla all’occhio umano e ha una percentuale di trasparenza nettamente inferiore allo smalto; quindi essa appare a seconda degli individui gialla con un diverse sfumature e con una determinata trasparenza. Se ne deduce che il colore dei denti dipende dalla dentina, ma importante e decisiva è la combinazione cromatica tra smalto e dentina. Qualsiasi cambiamento fisiologico o patologico nella struttura interna di questi elementi determina anche un cambiamento del colore del dente.
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La discromia dentale e le cause scatenanti
La discromia dentale è l’alterazione cromatica di uno o più denti che può manifestarsi sotto forma di macchie o interessare l’intera superficie dentale.
Qualsiasi fattore che alteri la struttura dello smalto e della dentina, modificherà il colore del dente. Generalmente si distinguono le pigmentazioni intrinseche con macchie interne e le pigmentazioni estrinseche con macchie esterne.
Le prime sono macchie situate in profondità negli strati interni del dente e possono diffondersi sull’intera arcata dentaria o disposte solo su alcuni denti senza alcuna regola apparente. Ciò che le rende manifeste sono le cause più disparate; infatti, possono manifestarsi macchie dovute ad anomalie nella mineralizzazione dello smalto per cause genetiche o per l’assunzione di farmaci durante la formazione dei denti permanenti o a un eccesso di fluoro nelle acque potabili ingerite quotidianamente. Esistono molti farmaci che inducono discromie permanenti, soprattutto se essi contengono fluoro, tetracicline (se somministrate durante lo sviluppo del dente si legano in modo irreversibile alla dentina manifestando una colorazione di intensità variabile tra il giallo-marrone e il grigio), e ciprofloxacina.
Le seconde sono pigmenti sulla superficie esterna dello smalto e si possono manifestare sotto forma di macchie nei colore nero, marrone e giallo. Come per le pigmentazioni intrinseche, anche queste hanno le cause più disparate e in particolar modo sono dovute ad agenti pigmentanti esterni come alcuni cibi, il fumo di sigaretta, le bevande colorate e zuccherata, l’uso prolungato di clorexidina e la formazione di placca e tartaro. Tra le varie tipologie di macchie esterne, una particolare è prodotta dalla flora batterica della bocca e si manifesta con macchie nere, detto black tartar, diffuse sull’intera arcata dentaria. Le pigmentazioni estrinseche colpiscono specialmente i bambini in età pediatrica e il tipo di adesione delle macchie al dente è tale da non riuscire ad essere debellato dalla normale igiene orale domiciliare con spazzolino e dentifricio.
Un ulteriore categoria di discromie comprende quelle causate dalle otturazioni dentali. Le otturazioni con materiali come l’amalgama d’argento possono determinare una colorazione grigiastra permanente del dente causata dall’assorbimento di prodotti derivanti dall’ossidazione dell’amalgama.
Come si cura la discromia?
Di solito le pigmentazioni estrinseche sono reversibili e possono essere risolte anche solo attraverso una seduta di pulizia dentale professionale, mentre quelle intrinseche sono irreversibili ma si può cercare di ritornare al naturale colore ricorrendo allo sbiancamento professionale anche in più sedute. Per eliminare le discromie dovute alle otturazioni è necessario rimuovere la vecchia otturazione e poi ricostruire il dente con materiale più estetico che non causi nuovamente il problema. Qualsiasi tipo di discromie può essere risolto grazi all’utilizzo di faccette dentali, ovvero sottili lamine in ceramica che vengono applicate sulla superficie esterna dei denti anteriori per modificarne forma, colore, lunghezza e posizione.